La norma Iso 37001 elemento differenziante

La norma Iso 37001, pubblicata il 15 ottobre 2016, e il Dlgs 38/2017 hanno fornito una ulteriore spinta alla lotta alla corruzione, rispettivamente in termini di impulso metodologico e di adeguamento alle convenzioni internazionali. Si tratta, certamente, di un passo in avanti alla lotta alla corruzione, a cui, tuttavia, deve corrispondere un ulteriore sforzo dalle organizzazioni dalle medie e piccole imprese, e da parte dei gruppi
aziendali.

Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di modelli organizzativi con scarsa effettività e ben distanti dalle realtà aziendali a cui facevano riferimento: un fenomeno dilagante di “copia –incolla” favorito
dai mezzi di comunicazione o da consulenti “tuttologi” più orientati alla teorizzazione che alla predisposizione di efficaci ed effettivi modelli organizzativi o da una una considerazione ridotta o residuale del fenomeno e della sua utilità da parte del management delle società.

Uno dei fattori chiave della reputazione delle organizzazioni e delle società è la capacità di operare con lealtà, correttezza, trasparenza, onestà e integrità e nel rispetto delle leggi, regolamenti, standard internazionali e linee guida, sia nazionali sia straniere, che si applicano al proprio business. Al fine di raggiungere tali elevati standard etici, le organizzazioni necessitano di un sistema di controllo, simile al sistema immunitario, in grado di intervenire automaticamente ogni qualvolta un “virus” aggredisce il corpo e
che abbia la capacità di modificarsi e adattarsi ai nuovi attacchi.

La nuova norma Iso 37001 rappresenta una guida e aiuta le società e le organizzazioni a creare le linee di condotta alla lotta alla corruzione attraverso una serie di controlli e di protocolli ben definiti.

Un’organizzazione, quindi, dovrebbe definire ruoli e responsabilità del management in tema anti-corruzione,redigere un modello organizzativo e di procedure finalizzato alla prevenzione di reati e di corruzione individuati nel risk assessment, effettuare formazione di tutti i livelli dell’organizzazione sulle tematiche anti-bribery, attuare opportuni controlli, due diligence e stress test in ambito finanziario, commerciale, contrattuale e sui processi di approvvigionamento, pianificare attività di reporting, monitoraggio, auditing e riesame e gestire azioni correttive e relative investigazioni finalizzate al miglioramento continuo.

È importante comunque evidenziare quanto Iso 37001 rappresenti con certezza una best practice, ma non superi in nessun modo le leggi vigenti. Va anche detto, inoltre, che, mentre un modello organizzativo ex Dlgs 231 si concentra sui fenomeni di corruzione a vantaggio dell’ente, un sistema di gestione conforme alla norma Iso 37001 dovrà efficacemente prevenire anche i fenomeni di corruzione passiva a vantaggio della persona fisica, elemento sul quale si concentra la legge 190/2012 e il Dlgs 38/2017.

In tali situazioni, il ruolo del consulente è quello di definire un modello che deve essere come un abito su misura: deve perfettamente adattarsi alle caratteristiche peculiari di ogni società ed essere implementato in maniera flessibile alle procedure e regole interne alla società in rispetto della normativa vigente, in modo che possa esserci interesse nella sua adozione.

I migliori risultati nell’implementazione di un modello organizzativo vengono raggiunti quando i consulenti e gli avvocati penalisti lavorano in modo sinergico sommando da un lato la capacità di individuare potenziali criticità nei processi interni all’azienda, dall’altro la conoscenza di un’ampia casistica di episodi problematici.

Fonte il Fatto quotidiano

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Direzione strategica.

Avv. Antea Fedi Responsabile del sistema anticorruzione ed appalti pubblici